Ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale.
Cominciando dall’ultimo episodio>
*[Una sera c’è un’ intimità familiare.. con quello stesso grado di confidenza e complicità come fossimo marito e moglie, affettuosi e affiatati.. il giorno dopo improvvisamente lei però diviene fredda, distaccata senza alcun apparente motivo, così da spiazzarti, non comprendi la ragione logica di quella freddezza improvvisa e del perché lei ti chieda di andare via.. le chiedi spiegazioni e nemmeno te le da, ti risponde scostante, arrogante e aggressiva senza ragione.
Di conseguenza io mi arrabbio e risentito le dico che se vuole stare con me deve curarsi da uno specialista perché non è possibile essere la sera prima l’uomo della vita, l’uomo che considera famiglia e la mattina seguente essere trattato di merda manco fossi uno sconosciuto qualsiasi.
Di tutta risposta lei dice che quello è solo un momento particolare, che mi avrebbe richiamato la sera stessa per parlare ma non lo farà. Quella sera il telefono non squillò.
In compenso si mette single su Facebook, mi blocca da tutti i social e scopa fin da subito con altre persone facendo direttamente il salto del ramo senza preoccuparsi minimamente di distruggere tutto ciò che stavamo costruendo.
Ora il fatto di sapere che altri ti stanno scopando senza il minimo pensiero quella che voleva essere mia moglie e che doveva rappresentare la mia famiglia, mi contorce gli organi, e mi fa somatizzare un dolore acuto.]
*[Ultimamente mi capitava di piangere spesso la notte.. Mi svegliavo nel cuore della notte e piangevo accanto a lei a causa di traumi da lei causati, traumi che non sono mai stati curati.
Quei traumi che hanno annientato i miei slanci di passione snaturando così il mio essere, la mia indole di fuoco.
Come dicono a Napoli “il cazzo non vuole pensieri”.
E così mi raffioravano alla mente brutti ricordi, cose per me imperdonabili, cose troppo gravi, cose che cozzavano con la mia voglia di stare con lei, cose accadute durante il nostro momento di pausa che vanno oltretutto contro i miei valori e principi: tipo lei che pippa cocaina oppure lei tra le braccia di altra gente.. oppure lei che si fa urinare in bocca e beve il piscio da un personaggio di origine rom il quale si è andato a vantare della cosa con amici che abbiamo in comune. Questi sono dettagli traumatici che mi danno un grande dispiacere e che inibiscono la mia passione con lei, la mia vera natura. Se ci ripenso mi scoppia il cuore..
Io sono un ragazzo passionale, che da molta importanza al sesso, e se non ho il mio nido di passione con la mia complice di vita esco pazzo.
Pertanto se lei mi avesse aiutato a guarire questi traumi standomi vicino e comprendendo il mio funzionamento la passione sarebbe rinata.
Quando si sta insieme e quando si ama, le cose non si pretendono ma si coltivano andando incontro alla psiche e alla serenità dell’altro.
E il rispetto è fondamentale: La donna che al proprio Uomo risponde male, stizzita e scostante per me è fantascienza.. e come diretta conseguenza me la smonta anche sul piano sessuale fino a quando almeno non si riaffronta l’argomento, si comprende e in caso ci si scusa ammettendo i propri errori.
Io sono fatto così: se le cose non stanno al loro posto non riesco a bypassarle.
E posso avere tutta la passione di questo mondo ma le cose per me devono essere in ordine al proprio posto.
La passione è il motore della mia vita.
E Tutta la passione del mondo la volevo vivere solo con lei. Tutte le cose più belle del mondo le ho sempre desiderate solo con lei. Glielo ripetevo sempre.]
Tornando indietro nel tempo >Tutto inizia più di 13 anni fa:
7 mesi insieme, 3 anni di frequentazione, la conoscevo da circa 13 e comunque non si è concluso niente di buono. Questa volta non per merito mio, questa volta io ci ho creduto.. Per una volta mi sono messo in riga da solo mettendomi in discussione, facendo autocritica e smussando lati egoisti del mio carattere. A questo giro la persona tossica ed estremamente narcisista è stata lei e sempre lei invece che rimediare con me, mi ha direttamente sostituito.
Inizia più di un decennio addietro, in un locale di Bastia Umbra il “Country”. Lì ci conosciamo. È stato un lungo processo, durante il quale tante volte ci è capitato di consumare la nostra passione.
*****Poi le nostre strade si dividono
Dopodiché, 3 anni fa, poco prima della pandemia, per puro caso, ci troviamo in un locale umbro, il Pocoloco. Iniziamo a parlare. Lei mi confessa di essere ancora attratta da me, addirittura di avermi immaginato al posto del ragazzo con cui si accompagnava, persino quando erano a letto.
Riprendiamo nuovamente a frequentarci, ma io non riesco ad abbandonarmi fino in fondo alle sue attenzioni e al suo bisogno di me. Questa situazione, fra vari tira e molla, va avanti per circa due anni, fino a quando lei mi mette alle strette, chiedendomi di stare seriamente insieme. Io non me la sento, declino l’offerta. So che lei potrebbe farmi innamorare e io ho paura dell’amore, non voglio sviluppare questo sentimento nei suoi confronti, perché mi è già capitato e non ho potuto averla.
A quel punto, è una mia conoscente e sua amica a darci il consiglio di stare separati per un po’, così da avere tutto lo spazio temporale che serve per scandagliare ognuno i propri sentimenti riguardo all’altra.
Era la prima metà del 2022
In quei lunghi mesi, in me avviene un risveglio di coscienza. Mi rendo conto di volermi fermare lì, con lei. Sento la necessità di costruire qualcosa di stabile. Mosso da questi sentimenti, mi dichiaro. È in quel momento che scopro come, invece, la ragazza non abbia fatto altro che dissipare sé stessa, mentre era lontana da me.
Ha fatto uso di cocaina e si è accompagnata con persone che avevano quel vizio e l’hanno incoraggiata a perpetuarlo. Quando apprendo tutto ciò mi dispero, cado in depressione. Per tutta l’estate del 2022, non riesco neanche a uscire di casa durante il giorno, vivo in camera con le serrande abbassate. Come un Dracula che, però, oramai, ha smarrito anche la voglia di sangue, esco solo a notte. Mi reco in campagna, per contemplare il cielo e piangere a ogni stella cadente, esprimendo il desiderio furioso di stare con lei.. e che torni ad essere la ragazza sana, dolce e genuina che mi aveva fatto innamorare.
*(post sul 2022 ripreso dal mio Fb) :
[“2022 Anno completamente da buttare.
Anno peggiore di tutta la mia vita da quando sono nato.
Quest’anno mi sono malato di depressione.
La depressione quella atroce, quella vera che non ti fa alzare dal letto e che ti fa restare al buio chiuso in camera tutto il giorno. Ho trascorso così tutta l’Estate 2022. Uscivo soltanto di notte per andare a guardare le stelle steso in un campo.
Nell’arco di quasi 2 mesi ho perso 10 kg.
È stato devastante.. chi non ha mai sofferto di depressione e di ansia quella vera non può capire. È stato snaturante.
Ma alla fine ce l’ho fatta da solo, senza farmaci e in quanto Uomo senza nessuno accanto, soltanto grazie alla mia rabbia e alla mia voglia di giustizia a costo di andare contro tutto questo mondo terreno.
A un certo punto mi sono reso conto che avevo le palle per fare qualsiasi cosa. Schiavo del mio dolore ma allo stesso tempo estremamente libero come non mai.
Ho toccato il fondo, raggiunto il limite del dolore più acuto e profondo per poi risalire da solo senza l’aiuto di nessuno.
Dopo l’Estate mi sono rimboccato le maniche e ho iniziato a lavorare rischiando persino da subito il nuovo posto di lavoro perché mi sentivo male durante il lavoro.
Molte volte ho lavorato con il cuore che mi esplodeva in gola e le lacrime agli occhi.
Per il nuovo Anno auguro di riprendermi tutto ciò che è mio e tornare a splendere come sempre ho fatto, anzi più di prima perché me lo merito.”]
È il settembre 2022 e, finalmente, il desidero di stare insieme sembra concretizzarsi. Lei dice di volermi. Ci mettiamo insieme. Eppure, non è più la ragazza che ho lasciato, non è più la ragazza dolce e genuina che conosco. Gli sbalzi d’umore sono evidenti: un giorno mi ama, il giorno dopo la sua aggressività, alternata alla freddezza, mi fa quasi paura.
Mi arrabatto per venirle incontro, per soddisfare tutte le sue esigenze. Andiamo anche a Firenze. Mi sento di regalarle una piccola vacanza che lei desiderava da tempo. Ma qualcosa dentro di me non aiuta: le immagini di ciò che può aver fatto in mia assenza durante il nostro momento di riflessione sono fantasie oscure che mi tormentano. Non posso farci niente, è un qualcosa che nasce spontaneo. La passione ne risente e cola a picco.
Nel tentativo di fare andare comunque avanti le cose, provo di tutto. Un giorno, dopo aver trascorso la serata al luna park, la porto a cena a casa mia, per farle sentire che lei, con me, è parte della mia famiglia. Ci tenevo, peraltro, particolarmente, a presentarle mia nonna, che allora aveva 90 anni.
Mia madre è uno slancio totale. La bacia, la abbraccia, la accoglie come una figlia, le regala addirittura alcuni abiti. Dopo il pasto, però, siamo molto stanchi. Sia io che lei avevamo lavorato quel giorno e, anche se c’era un mezzo appuntamento per la serata con degli amici, decidiamo di stenderci un pochino. Puntiamo la sveglia per una certa ora, ma nessuno dei due trova la forza per alzarsi dal letto. Quando finalmente ci riusciamo, sono già le 3 di mattina e, ragionevolmente, ci diciamo l’un l’altra che non è più tempo per uscire. Lei ha da tornare a casa sua. Ovviamente, le chiedo di scrivermi quando sarà arrivata. Lo fa ed è molto rassicurante: “Amore, sono a casa nel mio lettino e sto andando a dormire. Dolce notte”.
Nonostante ciò, non riesco a dormire. Un brutto presentimento mi ossessiona, mi scoppia dentro. Non ce la faccio a trattenermi, così prendo la macchina di mio padre e vado a cercarla. Devo vedere con i miei occhi. Arrivo lì. La sua macchina, come sospettavo, non si trova nel parcheggio in cui di solito la lascia. Il mondo mi crolla addosso e conferma le mie più nefaste supposizioni.
A quel punto, con la razionalità che vacilla, parto alla disperata ricerca, là intorno, girando come un forsennato in macchina. La trovo. Sono allo stremo delle forze, ma eccola lì. Lei sta scendendo dai sedili posteriori della sua macchina, per salire davanti. È con un marocchino, uno spacciatore. Vi chiederete come io lo sappia. Era stata con lui l’estate precedente, durante il momento di pausa e di riflessione che ci eravamo presi dal nostro rapporto. Me lo aveva confessato lei.
Cerco di mantenere i nervi saldi. La testa mi scoppia. Loro fanno di tutto per non farmi alterare, mi dicono che stavano soltanto parlando. Ed è proprio questo che io le chiedo: di parlare con me in separata sede. Lo fa, ma è agitata, scossa, ha le pupille dilatate ed è pallida. Vorrei venire a capo della situazione, ma in quel momento non è possibile, perché la mattina dopo devo andare a lavoro. Decidiamo dunque di chiarirci il giorno seguente. Ma lei sarà semplicemente fredda e mi lascia con un messaggio: “Caro Guido, so che quanto scriverò non avrà importanza ma è doveroso da parte mia farlo.
Ti scrivo per chiederti scusa e perdonami, per quanto ti sia possibile ovviamente. È in dubbio che il mio comportamento non è stato esemplare e soprattutto non rispettoso. Ci tengo a sottolineare che mi prendo la totale responsabilità delle conseguenze ma è palese che purtroppo il problema sia il mio non equilibrio. Ti faccio e ti farei soffrire. Sinceramente non lo meriti, sei un Uomo eccezionale per tutto quello che sei riuscito a dare fino a ieri. Detto ciò sono davvero dispiaciuta e credo che sia irrecuperabile qualsiasi rapporto. Sappi che non ho mai avuto l’intenzione di farti del male. Sappi che ti ho realmente Amato. Sappi che per quanto ti possa sembrare impossibile, ho sempre apprezzato ogni tuo gesto. Sappi che sono stata sempre orgogliosa e fiera di te.
Mi auguro dal profondo del cuore che tu possa un giorno trovare davvero ciò che desideri.
Mi dispiace non poterlo fare io, ma non sono in grado di darti ciò che meriti.
Buon Tutto Mio per Sempre Re.”.
Io, comunque, non mi rassegno, per quanto lasciato, tengo a lei e la voglio salvare, dunque vado a cercare il marocchino, gli estorco la confessione di tutte le volte che hanno pippato insieme e gli faccio capire che, se continuerà a cercarla, il suo hobby non sarà più la polvere bianca ma un altro che è meglio non specificare.
Alla fine, lei ritorna. Passa qualche settimana, ma si rifà viva. Vuole ripulirsi, cambiare frequentazioni, mi prega di aiutarla. A quel punto, per sua stessa volontà, la sua vita si riduce a casa e lavoro. Abitiamo da lei. Le faccio bloccare il numero del marocchino e confessare tutti i suoi trascorsi. Lei mi lascia leggere alcune sue chat, di comune accordo. Tuttavia, col senno di poi, resto convinto di essere stato comunque tenuto all’oscuro di qualcosa. Per tutto il mese di Novembre su sua richiesta sono a farle compagnia e a coccolarla con la testa sul mio petto ogni notte. Per sua volontà smette di vedere “il contorno” ossia alcune sue amicizie che a detta sua non le farebbero bene per il nostro rapporto, dice che vuole stare solo con me e che stando da sola con me potrà “purificarsi”.
È solo a Dicembre, a quel punto, che lei decide di tornare a ballare in qualche locale, rigorosamente con me. Nel frattempo però, la mia capacità di esprimerle passione scema enormemente. Non riesco quasi più ad averci rapporti e capita spesso che, nel cuore della notte, io mi svegli ottenebrato dal pensiero di tutte le schifezze che lei ha commesso in passato. E mi domando, in quei momenti, se la persona che mi dorme accanto e che io amo sia la stessa che è potuta arrivare a tanto. Naturalmente, non sarebbe stato così se si fosse trattato di una ragazza qualsiasi, in quel caso l’avrei scopata senza pietà, ma era proprio il pensiero che fosse la donna che amavo ad aver fatto certe cose a impedirmelo.
In tutto ciò, continuiamo a frequentarci, ma a tratti è un inferno: tante volte mi tratta male per futili motivi o banalissime incomprensioni, ha delle sfuriate e una volta arriva persino al punto di chiamare la polizia per farmi allontanare da casa sua – preciso che io non le ho mai torto un capello ma sempre fatto di tutto per farla ragionare.
Puntualmente in privato poi torna a chiedermi scusa e a vergognarsi dei suoi comportamenti eccessivi e cinici, io puntualmente la perdono perché la amo e perché so che quella non è la vera lei. Per me quella è una parte di lei che ha bisogno di aiuto. La ragazza che io conosco è diversa: è una ragazza dolce, sensibile, premurosa dotata di estrema empatia non quel mostro.
(Tuttavia per sicurezza inizierò talvolta a registrarla durante le sue assurde sfuriate al fine di tutelarmi.)
{foto screenshot}
Come si potrà immaginare, questi episodi, per me che sono estremamente cerebrale, segnano la morte della mia libido.
Venendo agli ultimi episodi del 2023
Un pomeriggio di quel disgraziato febbraio, lei mi contatta per dirmi che la sera stessa si sarebbe tenuta una cena a casa di amici e mi chiede se anche io voglia prendervi parte. Mettendo le mani avanti, però, mi fa sapere che vi sarà anche una sua amica che io già ben conosco perché ha dietro di sé una discreta nomea in città, essendo una che ama sballarsi (le tolsero la patente per uso di cocaina) ed è solita accompagnarsi ogni sera a uno diverso. Lei sa benissimo che io disapprovo la condotta morale di questa ragazza (che non è più una ragazzina), ma soprattutto mi spaventa che possa emularne le gesta, ed è questo che io vado a scandagliare dicendole: “PER ME NON È UN PROBLEMA CIÒ CHE FA LEI, L’IMPORTANTE È CHE ANCHE TU SIA CONTRARIA A QUEL TIPO DI ESISTENZA”.
Ebbene lei.. Invece di dirsi d’accordo con me, mi accusa di essere troppo categorico. È palese che nel prendere le difese dell’amica, stia in fondo facendo anche l’apologia di sé stessa. Malgrado tutto, decido di accompagnarla e, animato dai migliori propositi, sono di compagnia durante ogni momento della serata. Rido e scherzo con tutti, anche con quella ragazza che mi si accusa di giudicare troppo severamente e, nonostante il litigio del pomeriggio, sono anche affettuoso nei confronti della mia fidanzata. Durante la cena, le scatto persino una foto che successivamente pubblico anche sui social, per gratificarla dell’abilità dimostrata quella sera in cucina.
Dopo aver mangiato, le amiche decidono di comune accordo di recarsi a casa della mia ragazza per vedere la finale di Sanremo, che si tiene la sera stessa, ed eventualmente poi recarci a ballare.
Nel tragitto, però, lo schermo del suo cellulare si illumina. C’è un messaggio di uno di quei tizi con cui lei aveva già scopato e fatto uso di cocaina. Le chiedo di farmelo leggere, ma lei mi rimanda a dopo, quando le altre saranno andate via. Per il resto del tempo, cerco di far finta di niente e di non assumere atteggiamenti ostili, anzi continuo a manifestarle il mio solito affetto. Mi rendo conto però che, da quel momento in poi, il suo atteggiamento nei miei confronti si è raffreddato bruscamente.
Terminato il festival, come da comune accordo, le chiedo di poter finalmente leggere questi messaggi. Lei si rifiuta, in un primo momento. Vedendo che mi stavo alterando, si ritira in un’altra stanza, mentre io resto in soggiorno. Torna di lì a breve e, tenendo in mano lo smartphone, poiché si rifiuta di tenderlo a me, mi fa in ultimo prendere visione della conversazione. Mi risulta immediatamente chiaro che questa contenga diversi buchi e parti cancellate, nonché frasi ambigue decontestualizzate (“mi manchi” “anche io”, con sue risposte omesse). La invito a non prendermi per il culo, considerando come sia impossibile che questo ragazzo parli da solo.
La sua reazione è palesemente passivo-aggressiva, non mi dà spiegazioni e, non volendosi dichiarare in errore, mi attacca: “Vedi, è proprio un uomo simile che non voglio”. A quel punto, decide di andare a dormire. Mi invita a seguirla, ma io sono troppo arrabbiato e rimango lì sul divano.
Durante la notte, non viene mai a cercarmi per proporre una riconciliazione. La mattina successiva, faccio per andarmene e lei recita la parte dell’interdetta, addirittura mi domanda perché io agisca così. Quando le faccio notare che la mia presenza in casa sua non ha più senso, visto che non ha alcuna voglia di chiarire, riattacca con la solita solfa che lei non vuole un uomo che le infonda di queste ansie.
Successivamente a quell’episodio e, probabilmente a causa dello stress, vengo assalito da un dolore lancinante alla tempia sinistra che si ripercuote sull’occhio, fino a sfuocarmi la vista, andando poi anche a impattare sul collo.
Vengo dunque ricoverato in ospedale per 4 giorni, così da essere sottoposto ad accertamenti. Mentre sono in osservazione, lei viene a sapere della mia degenza e l’unica cosa che riesce a fare è inviarmi un messaggio, in cui mi accusa di essere il solito vittimista – addirittura, mette in dubbio le mie condizioni di salute e il mio essere confinato lì. Io le rispondo facendole notare che trovo increscioso da parte sua, dato il mio stato, questo suo approccio scarsamente empatico.
Le scrivo
“Me ne frega una sega dell’orgoglio. Ho già messo da parte l’orgoglio da tanto tempo con te.
Te piuttosto mi fai ancora una volta botta risposta in maniera fredda indifferente e cinica senza piegarti minimamente nonostante sappia che ti sei comportata di merda. Sabato NON mi hai dato il cellulare in mano inoltre c’erano messaggi rimossi pertanto privi di contesto. Che giochi sono questi?
Ricordi chi sono?
Questo non è rispetto.
Come sei gelosa tu non puoi pretendere che io non lo sia. Mettiti nei miei panni Non sarei umano.
Sei arrivata persino a mettere in dubbio le mie parole. Metti in dubbio il fatto che io sia in ospedale.
.. Cosa ti succede, ti rendi conto di quanto tu non abbia più alcun ritegno nel rapportarti a me? Di punto in bianco ti rendi conto di che cosa diventi?”
Di tutta risposta, lei chiede di potermi telefonare. Io accetto e al telefono è in lacrime, dice di stare male, perché ha dei capogiri e anche perché il nonno pugliese, quello che tanto mi avrebbe voluto presentare, è deceduto. Oltretutto dice di stare poco bene di salute.
Sorvolando su quel chiarimento ancora in sospeso tra noi, mi chiede ancora una volta scusa per il suo comportamento cinico, per aver dubitato di me per essere stata fredda e distaccata mentre io ero in ospedale ricoverato e mi chiede di raggiungerla. Adducendo peraltro che io fossi l’unica persona da cui volesse avere compagnia e con cui condividere quel difficile momento, l’unica a costituire realmente per lei famiglia. La raggiungo.
Lì, in casa sua, mi tocca addirittura tenerla in piedi perché in preda alle vertigini dato che non si sentiva bene. Malgrado ciò, faccio tutto quello che s’ha da fare, tutto ciò che sento essere il mio dovere di uomo, finanche portarle da mangiare. Per giorni io la assisto, senza che fra di noi vi sia alcun tipo di rapporto carnale.
Una sera di quelle, lei mi chiede di restare a dormire. La accontento. Il mattino seguente, però, manifesta da subito uno strano atteggiamento, quasi spiazzante.
Quel giorno, quando mi sveglio, sta trafficando in camera. È nervosa. Mi sorprende chiedendomi di punto in bianco di abbandonare casa sua. Non ne comprendo il motivo e le domando il perché. Lei mi dice di avere da fare. La cosa mi insospettisce, tanto più che qualcosa di simile non era mai successo, anzi, aveva sempre manifestato il desiderio di una mia presenza costante, assidua.
Cerco una soluzione ragionevole a ogni questione che lei avanza, come ad esempio l’aver assoluto bisogno del lato del letto dove giacevo io, sostenendo di poter tranquillamente spostarmi sull’altro oppure proponendole di cambiare stanza.
Malgrado tutto, insiste, sempre dicendo di agire per non disturbarmi. In seguito alle mie insistenze, alla ricerca di chiarimenti, si inalbera e mi aggredisce, sostenendo che io sia insopportabile. Solo a quel punto mi arrabbio e, esasperato, le faccio notare che è impossibile vivere con una persona che la sera prima ti definisce come la sua unica famiglia e il giorno dopo diventa glaciale e ti tratta di merda.
Replica dicendo che è un periodo difficile quello, in cui le viene da essere fredda con tutti non solo con me. Ed è a quel punto che non potendone più, me ne vado. Lei mi promette di richiamarmi la sera stessa, una volta uscita dal lavoro. Non lo farà mai. Il giorno dopo, su Facebook, cambia il suo stato da fidanzata a single.
Io, adesso, mi devo curare la depressione prendendo uno stabilizzante dell’umore e dormendo con una musica particolare, per evitare di fare incubi e di svegliarmi improvvisamente col cuore che mi batte in gola nel bel mezzo della notte.
Da allora, io non mi sono più fatto sentire e ho smesso di chiederle spiegazioni. Non mi interessano più, perché questi comportamenti sono troppo malati per essere accettati e non possono avere alcuna giustificazione.
So per certo che si è vista ogni tanto con alcuni tizi marocchini e albanesi per fare sesso. Adesso sta con un nord africano. E’ ripartita immediatamente rimpiazzandomi con un altro subito pronto, già dal giorno seguente, senza perdere tempo.
Mentre, a parti invertite, essendo uomo devo ricominciare tutto da capo perciò io non ho nessuna donna tra le mani. Lei ha trovato subito qualcuno disposto a chiavarsela, mentre io devo ricominciare tutto nuovamente da zero – tanto più che a suo tempo, quando ci mettemmo insieme, io feci terra bruciata intorno a me, ufficializzando il nostro rapporto e prendendo le distanze da altre ragazze seriamente interessate a me che col senno di poi giustamente mi sfancularono e ora sono conoscenze irrecuperabili.
Ylenia si è sempre professata ragazza di destra, identitarista e anti immigrazionista come me. E come me si è sempre professata contraria all’uso di sostanze stupefacenti. E’ diventata tutto e il contrario di tutto dal giorno alla notte.. Dalla sera alla mattina letteralmente un’altra persona. Ha sputato sopra il piatto dove mangiava e ha rinnegato i propri valori che credevo fossero in linea con i miei.
Per Ylenia quella vera, Ylenia quella sana, quella che non aveva mai usato sostanze, quella dolce, sensibile, premurosa che non ho più ritrovato, ho fatto cose che non ho nemmeno mai pensato di fare per nessuna. L’ avrei portata all’altare per realizzare così ciò che era anche il suo sogno, avevo in programma l’organizzare serate e cene con altre coppie di amici, per San Valentino avevo prenotato un viaggio per Vienna che non abbiamo mai fatto. Addirittura non seguivo nessun’altra donna su Instagram all’infuori di lei.
Io Non voglio più ricordare. Questi traumi mi hanno portato alla depressione e per cercare di stare meglio sto prendendo antidepressivi e sto assumendo alcol (ero astemio). Come effetti collaterali mi gonfiano però mi aiutano a dimenticare tutto. In questo modo io dimentico tutto, proprio tutto, anche le cose belle. Ma è un prezzo che sono disposto a pagare.
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